5 Brani, 4 Serie e 1 Film. Il Ritorno della Fetch
Sono passati più di 5 anni
dal mio ultimo post. Ok, è imbarazzante, ma pazienza.
Ho deciso di fare una compilation
di 5 brani a cui sono affezionata, che sono in alta rotazione nella mia
playlist di Spotify e che trovo piuttosto significativi in questo momento
storico. Tutti i brani fanno parte della colonna sonora di serie tv/film che mi
sono piaciuti negli ultimi anni, di cui vi consiglio la visione in questo
periodo.
Ok, bando alle ciance, iniziamo:
Questo pezzo, uscito nel 1971, non credo che abbia bisogno di essere
presentato. È forse il brano più famoso degli America (che pensa un po’ erano
di Londra), una tra le più importanti band di folk-rock degli ultimi 40 anni.
Ho scelto questa canzone perché con le
sue sonorità ti porta mentalmente in mezzo al deserto dove l’orizzonte è
distorto e la solitudine è assoluta e direi che questa sensazione sia calzante con il periodo attuale.
Inoltre, fa parte della colonna sonora di Breaking Bad, a mio modesto parere,
la serie più bella che abbia visto fino ad oggi. Quindi se non l’aveste ancora guardata, vi consiglio di vederla e per piacere non
fermatevi alla fine delle prime tre puntate, parte piano, ma poi ti rapisce
completamente.
Siamo nel 1993, sia come data di pubblicazione dell’album dei "3 di Los Angeles",
sia come serie tv. Fuzzy infatti fa parte della seconda stagione della
meravigliosa produzione che racconta le vicende
che hanno portato allo scandalo Tangentopoli all’inizio degli anni ’90. Serie
clamorosa, davvero, da guardare!
Parlando del pezzo, invece, ci troviamo
davanti ad una canzone emotivamente molto coinvolgente, con il suo incedere
costante e con la voce di Grant Lee che ti strazia e ti culla al tempo stesso
dandoti la sensazione di essere all’interno di una bolla di sapone. Ascolto
consigliato in cuffia!
Cambio di sonorità e ritorno agli anni ‘70. Siamo infatti a Rio de Janeiro nel
1976. Cartola, da molti esperti e critici considerato uno tra i migliori
sambisti brasiliani, incide questo brano all’età di 49 anni dopo aver trascorso
una vita che non definirei particolarmente facile. Un’idea di come possa aver
vissuto il Maestro viene data dal film City of God che racconta la vita di due
tredicenni all’interno dell’omonima favela di Rio a cavallo tra gli anni ’60 e
’70. Un film molto potente e incisivo, presentato fuori
concorso al 55° Festival di Cannes nel 2002 e che conta all’interno della colonna sonora anche questo brano dall’incipit malinconico, ma che quando “parte” ti fa venir voglia di ballare. E ballare fa sempre bene, si dovrebbe ballare di più.
concorso al 55° Festival di Cannes nel 2002 e che conta all’interno della colonna sonora anche questo brano dall’incipit malinconico, ma che quando “parte” ti fa venir voglia di ballare. E ballare fa sempre bene, si dovrebbe ballare di più.
Torniamo agli anni ’90, più precisamente nel 1997 quando la band inglese, che
personalmente trovo ai limiti della perfezione da ascoltare in questo periodo
(sono masochista, lo so), fece uscire il singolo Only You, brano tutto storto,
con una base “sporca” la cui bellezza risalta anche e soprattutto a contrasto
con la voce cristallina di Beth Gibbons che ammalia ed affascina. Il brano fa parte
della colonna sonora di un’altra apprezzabile serie tv: The Handmaid’s Tale
basata sul romanzo distopico di Margareth Atwood, Il racconto
dell’ancella. Devo ammettere che ho faticato un po’ a guardarla tutta con gli
occhi aperti, perché molto violenta sotto il punto di vista psicologico. Ciò
detto, credo che i temi trattati siano quanto mai attuali e che tutti (ma
proprio tutti!) dovrebbero guardarla. La protagonista - Elisabeth Moss, che per
altro è membro di Scientology - è pazzesca, mi ha fatto piangere più volte con la sua interpretazione, per la
quale ha vinto anche un Emmy Award ed un Golden Globe nel 2017. Insomma, io ve
la consiglio, ma sappiate che dovete essere preparati per affrontarla.
Sicuramente non è uno dei brani più noti degli “Orsi di New York”, ma comunque
ha un bel tiro. Per chi non conoscesse i Grizzly Bear si tratta di un quartetto
di Brooklyn formatosi ad inizio anni 2000 facente parte della cosiddetta scena
indie-rock. Ho scelto di chiudere i 5 consigli musicali con loro perché il
pezzo è come un buon vino, va aperto un po’ prima e degustato un sorso alla
volta per essere apprezzato fino in fondo e poi perché fa parte della
soundtrack di una serie tv molto, molto, molto carina: Sex Education. La
produzione originale Netflix, come si può intuire dal titolo, parla
di adolescenti e di sesso e anche in maniera piuttosto esplicita (quindi
puritani vade retro!), ma non immaginatevi niente di trash o volgare. Si
tratta la tematica in maniera trasversale e delicata, toccando con tatto un ampio spettro di situazioni e problematiche legate alla sessualità degli e tra
gli adolescenti dei giorni nostri. In questo periodo, il mio pensiero si rivolge
spesso a loro che, forzatamente chiusi in casa, probabilmente con i loro
genitori, e alienati socialmente da amici e affetti, staranno con ogni
probabilità dando di matto, contrariamente a noi ultra trentenni, che alla fin
fine in casa non ci stiamo poi così tanto male.
Bonus track
Mi rendo conto che fino ad ora ho parlato solo di pezzi “vecchi”, nonostante a
me piaccia molto anche la musica contemporanea e soprattutto “presa bene”. Per
questo motivo aggiungo una bonus track a questa mini playlist. Parlo di Bando
di Anna, brano di cui comprendo il testo solo al 40%, ma che ha un beat veramente
devastante. La sedicenne artista ligure ci sta spettinando da un mesetto circa ed è considerata dai più il fenomeno musicale del momento. Questo
brano ci fa ballare e scatenare in salotto, in cucina o sotto la doccia,
arginando così sul nascere i diversi esaurimenti nervosi contestuali a questo
splendido 2020. Figata.
A presto.
Federica
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