Libertà e Costituzione

Nel libro di Gregory David Roberts, Shantaram, ho trovato una definizione di libertà che non ho mai dimenticato: “Per capire l’essenziale, però, mi è bastato un istante, mentre mi torturavano legato a un muro. Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente, riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli". 

Secondo un insuperato insegnamento dei miei anni universitari, la libertà è una pretesa a che nessun altro la limiti e se oggi ne stiamo parlando non è soltanto perché è l'anniversario della liberazione italiana, ma anche perché è stata condizionata da questa quarantena che sembra infinita. Nessuna volontà di mettere a paragone i due momenti, né pretesa di poter omaggiare come si deve questo giorno così importante, io mi dedicherò solo al 2020 e al confinamento di queste settimane. Poca cosa rispetto alla tragedia che l’ha causato, ma come spiega Prévert nella sua poesia, la libertà si accompagna al suo contrario, la prigionia. E nelle case sovraffollate o nella solitudine di chi l’affronta da solo, lo spazio e il tempo si sono fatti elastici, a volte le ore sono eterne, a volte volano. Così ci siamo ritrovati come in “Perfetti sconosciuti” di Genovese dove i protagonisti sono in casa, costretti a mettere a nudo le proprie debolezze e a misurare quanto si conoscono nel profondo. 

Una delle libertà limitate dal confinamento che mi manca di più è quella di circolazione. Storicamente non era neanche tutelata nello Statuto albertino perché veniva ricompresa nella libertà individuale, proprio per lo stretto rapporto che è stato sempre riconosciuto alle due, come se per essere pienamente se stessi bisognasse poter viaggiare. In "Viva la Libertà" con un grande Toni Servillo che ho visto due volte, entrambe al cinema, c'è questo dualismo tra la libertà di andarsene per ritrovarsi e quella di restare per essere se stessi, un pò come quando ci si chiede se si parte per scappare da noi stessi o per andare a cercarci.

Certo oggi la Costituzione prevede espressamente la libertà di circolazione e anche che la legge la possa limitare per motivi sanitari o di sicurezza. Ma questo isolamento porta a chiedermi se la fine dell'emergenza ci troverà come i personaggi di Genovesi che hanno deciso di non mettersi in gioco, e sarà "come se nulla fosse successo" oppure se saremo cambiati.

Una cosa è certa, potremo ballare della libertà ritrovata come in Jojo Rabbit, dove oltre all'avvincente alternanza tra momenti divertenti e sequenze drammatiche, c'è di bello la visione ingenua degli orrori del periodo che racconta, e che è condivisa anche dalla famosa pellicola di Benigni, La Vita è Bella. Proprio con l'idea immaginifica ispirata da questi due capolavori eccomi a riflettere su alcuni semplici punti:

- un diritto di libertà è una pretesa a che gli altri non mi impediscano di goderla, un pò come il diritto di vedere una serie senza spoiler?!

- la libertà di circolazione può essere limitata per motivi di sicurezza e sanità, ma solo se a deciderlo è una legge, e quindi quella volta che mio padre non mi voleva far uscire per andare a ballare? 

- Shantaram è proprio un bel libro; prima o poi dovrei decidermi a finirlo...

- chi arriva alla fine della quarantena senza aver discusso con almeno una persona vince un carro armato giocattolo! 

Nel frattempo, ho risfogliato la Costituzione che nonostante i suoi oltre 70 anni (che la renderebbero più esposta al rischio di contagio) resta la cosa più bella che abbia mai letto. Tra poesia e prosa, paladina dei diritti e gentile chiarificatrice, nei suoi 139 articoli (anzi meno, considerando quelli che sono stati abrogati nel tempo) perimetra la storia di uno Stato. Queste caratteristiche la rendono la lettura che consiglio.







Commenti