Banksy gang
Come quando si passeggia e appena girato l'angolo si incontra un monumento maestoso che ci lascia senza parole: questo è quello che si prova trovando finalmente un'opera di Banksy tanto cercata tra le vie di Londra.
Il fascino di quest'artista non nasce solo dal mistero che avvolge la sua identità accomunandolo a Shakespeare, ma soprattutto dai sentimenti che suscitano le sue opere. Un silenzio che parla quello delle immagini che allontanano i passanti dall'indifferenza e li fanno riflettere su temi sociali.
Anche durante le ultime settimane, nonostante il lockdown generale, Banksy ci ha regalato più di un'emozione. I topi che ha disegnato nel suo bagno hanno avvicinato i lavoratori che questo periodo sono in smartworking tra mura di casa troppo strette, connessioni wi-fi instabili e il timore che un convivente passi col folletto acceso mentre sono in video conferenza. Ha raccontato a modo suo il confinamento aggiungendo all'opera solo un commento ironico: "mia moglie odia quando lavoro da casa".
L'artista pare non aver avuto niente da ridire neanche quando La ragazza con l'orecchino di perla si è tramutato in uno dei simboli dell'emergenza sanitaria con l'aggiunta di una gigante mascherina chirurgica (chissà cosa avrebbe pensato Vermeer?!).
La sua ultima proposta in questo periodo di pandemia, un tributo al personale del servizio sanitario, è stato il disegno del bambino che lascia nel cestino supereroi come Batman e l'Uomo Ragno per giocare con il pupazzo di un'infermiera. Con quest'ultima forma d'arte ha espresso ancora una volta un messaggio comune: il ringraziamento per il lavoro dei coinvolti in prima linea nella lotta al coronavirus.
Anche durante le ultime settimane, nonostante il lockdown generale, Banksy ci ha regalato più di un'emozione. I topi che ha disegnato nel suo bagno hanno avvicinato i lavoratori che questo periodo sono in smartworking tra mura di casa troppo strette, connessioni wi-fi instabili e il timore che un convivente passi col folletto acceso mentre sono in video conferenza. Ha raccontato a modo suo il confinamento aggiungendo all'opera solo un commento ironico: "mia moglie odia quando lavoro da casa".
L'artista pare non aver avuto niente da ridire neanche quando La ragazza con l'orecchino di perla si è tramutato in uno dei simboli dell'emergenza sanitaria con l'aggiunta di una gigante mascherina chirurgica (chissà cosa avrebbe pensato Vermeer?!).
La sua ultima proposta in questo periodo di pandemia, un tributo al personale del servizio sanitario, è stato il disegno del bambino che lascia nel cestino supereroi come Batman e l'Uomo Ragno per giocare con il pupazzo di un'infermiera. Con quest'ultima forma d'arte ha espresso ancora una volta un messaggio comune: il ringraziamento per il lavoro dei coinvolti in prima linea nella lotta al coronavirus.
A dimostrazione del grande seguito dell'artista sono state organizzate mostre non autorizzate.
Vivevo a Milano quando nel 2018 ho letto che il Mudec avrebbe raccolto e ospitato opere di Banksy. Ero curiosa e desiderosa di vedere l'esposizione, così un sabato di qualche mese dopo ho preso la bicicletta e da Piazza Repubblica sono arrivata sul Naviglio Grande. Ho proseguito a piedi fino all'ingresso del Mudec.
Vivevo a Milano quando nel 2018 ho letto che il Mudec avrebbe raccolto e ospitato opere di Banksy. Ero curiosa e desiderosa di vedere l'esposizione, così un sabato di qualche mese dopo ho preso la bicicletta e da Piazza Repubblica sono arrivata sul Naviglio Grande. Ho proseguito a piedi fino all'ingresso del Mudec.
C'erano centinaia di persone in fila per comprare i biglietti della mostra (di un autore le cui opere nascono e restano per strada, al limite tra arte e vandalismo). Mi hanno informata che avrei dovuto fare 4 ore di fila per prendere i biglietti.
Non era per il prezzo, né perché soffro qualunque cosa che richieda dover attendere più di mezz'ora in coda, ma è stata la contraddizione che stavo contribuendo ad alimentare che mi ha impedito di restare lì.
Non era per il prezzo, né perché soffro qualunque cosa che richieda dover attendere più di mezz'ora in coda, ma è stata la contraddizione che stavo contribuendo ad alimentare che mi ha impedito di restare lì.
Fuori la mostra c'era questo disegno di cui non conosco l'autore:
Ho deciso che tra le numerose letture che potevo dare alle opere di quest'artista c'è il richiamo a viaggiare in cerca delle sue creazioni. Ho pensato fosse innaturale raccoglierle in un Museo aperto solo a un pubblico pagante perché Banksy ci chiama a partecipare alla sua critica riempiendo le strade e visitando i vicoli; cosa che oggi più che mai spero di poter tornare a fare presto.
Allora ecco solo 2 delle opere a lui attribuite che preferisco, le cui foto sono state scattate dalla mi amica Irene e che si descrivono da sole.
Potete trovare altre immagini sul profilo Instagram @Banksy o del sito Banksy.co.uk ma il consiglio è quello di andare a cercarle in strada per vederle dal vivo.
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