IL SENSO DEL FARM CULTURAL PARK PER L'ARTE
Vi è mai capitato di comprare la guida della meta scelta per la vacanza estiva e segnare sulla cartina quella tappa che non può, per alcun motivo, mancare durante il viaggio?
Favara, piccolo comune, non molto distante da Agrigento, è stata proprio il segno di cui vi parlavo. Lontana da qualsiasi forma di turismo, fino a pochi anni fa, era una città dimenticata: interi quartieri abbandonati oramai fatiscenti, vittime dell’abusivismo e della speculazione edilizia, nuove palazzine preferite alle case del centro storico, vicoli e strade che si ingarbugliano per la mancata pianificazione urbanistica, piazze e edifici storici non valorizzati quanto meriterebbero e in particolare l’allontanamento dei più giovani dalla loro città.
Pochi anni fa, quello che poteva essere identificato come un “non luogo”, ha riscoperto una nuova vita. All'interno di alcuni cortili, grazie all'iniziativa di una giovane coppia di professioni, Florinda ed Andrea, nasce FARM CULTURAL PARK, un vero e proprio centro culturale indipendente.
Il Farm Cultural Park è un vero e proprio spazio di incontro, di condivisione, di arte, di cultura e di convivialità, strumenti che ridanno a Favara una nuova identità nel presente e soprattutto nel futuro, considerata oggi un esempio “mondiale della rigenerazione urbana”.
Quando si entra in Farm si avverte sin da subito un clima quasi di rivincita, oltre che di rinascita, si cammina attraverso spazi dove convivono idee innovative, culture ed esperienze sempre diverse. Si viene rapiti da una realtà “ideale”, in cui l’arte e la bellezza la fanno da padroni, permettendo al visitatore di vivere in un “luogo”.
All’interno del Farm si trovano diverse
aree:
- il RIAD/FARM, che rende omaggio alla piazza Jamaa el Fna di Marrakech e all’architettura tradizionale del Marocco, si entra in una piccola oasi all’interno dei Sette Cortili. In questo silenzioso giardino ci si rilassa a bordo della piccola vasca rossa e si passeggia nei viali bianchi sotto le fronde degli alberi;
- si prosegue entrando nello spazio cosiddetto NZEMMULA, un ambiente domestico, dove si sprigionano sulle pareti fasce di colori diversi tra loro. Si tratta di una cucina condivisa, con un tavolo sociale ed un salotto collettivo;
- Il Mercato sette cortili, si attraversa passeggiando all’interno della strada principale del Farm, dove si alternano piccoli ristoranti e bar con tavoli all’aperto, dove passare una piacevole serata;
FARM XL è invece uno spazio espositivo dedicato all’arte, all’architettura e alla fotografia. Sui suoi tre livelli, più lo splendido Roof Garden sui tetti della città di Favara, vengono esposte opere di tantissimi artisti proveniente da tutto il mondo. La scorsa estate questi spazi erano valorizzati da un evento che prendeva il nome di Countless Cities, una biennale delle città del mondo a cui hanno partecipato urbanisti, architetti, artisti, designer e fotografi ma anche illustratori, grafici internazionali che “con diversi approcci e linguaggi raccontano non solo le città, ma anche le buone pratiche e le idee innovative che contribuiscono a renderle speciali”.
Il Farm si arricchisce ogni giorno organizzando numerosi workshop, laboratori di architettura, mostre e installazioni temporanee, concerti e performance di vario genere. Qui è nata anche la prima scuola di architettura per bambini (SOU) e la scuola di politica per giovani donne rivolta a ragazze dai 13 ai 19 anni (Prime Minister). Ha avuto soprattutto la capacità di estendersi al di fuori dei suoi confini e diramarsi nei vicoli dell’intera città e nei palazzi storici, al punto che oggi è possibile incontrare per le vie del centro turisti e artisti alla ricerca di esposizioni di arte contemporanea.
Chiara
(seconda a sinistra, in visita allo spazio NZEMMULA)

Poi succede che, riaprendola dopo un po’ di tempo, l’organizzazione dell’itinerario e le infinite cose da fare dipendano imprescindibilmente da quel segno individuato sulla mappa.
Favara, piccolo comune, non molto distante da Agrigento, è stata proprio il segno di cui vi parlavo. Lontana da qualsiasi forma di turismo, fino a pochi anni fa, era una città dimenticata: interi quartieri abbandonati oramai fatiscenti, vittime dell’abusivismo e della speculazione edilizia, nuove palazzine preferite alle case del centro storico, vicoli e strade che si ingarbugliano per la mancata pianificazione urbanistica, piazze e edifici storici non valorizzati quanto meriterebbero e in particolare l’allontanamento dei più giovani dalla loro città.
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Farm cultural park –
foto di Lorenzo Notarangelo
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Pochi anni fa, quello che poteva essere identificato come un “non luogo”, ha riscoperto una nuova vita. All'interno di alcuni cortili, grazie all'iniziativa di una giovane coppia di professioni, Florinda ed Andrea, nasce FARM CULTURAL PARK, un vero e proprio centro culturale indipendente.
Il loro obiettivo era quello di riportare in vita una città ripartendo dalla valorizzazione di un intero quartiere, denominato de “i Sette Cortili”, per la sua conformazione urbana caratterizzata da sette piccole corti, destinato ad essere demolito o isolato dal resto della città.
Il Farm Cultural Park è un vero e proprio spazio di incontro, di condivisione, di arte, di cultura e di convivialità, strumenti che ridanno a Favara una nuova identità nel presente e soprattutto nel futuro, considerata oggi un esempio “mondiale della rigenerazione urbana”.

All’interno del Farm si trovano diverse
aree:
- il RIAD/FARM, che rende omaggio alla piazza Jamaa el Fna di Marrakech e all’architettura tradizionale del Marocco, si entra in una piccola oasi all’interno dei Sette Cortili. In questo silenzioso giardino ci si rilassa a bordo della piccola vasca rossa e si passeggia nei viali bianchi sotto le fronde degli alberi;
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RIAD/FARM – foto di
Lorenzo Notarangelo
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- si prosegue entrando nello spazio cosiddetto NZEMMULA, un ambiente domestico, dove si sprigionano sulle pareti fasce di colori diversi tra loro. Si tratta di una cucina condivisa, con un tavolo sociale ed un salotto collettivo;
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Farm XL - foto di Lorenzo Notarangelo |
FARM XL è invece uno spazio espositivo dedicato all’arte, all’architettura e alla fotografia. Sui suoi tre livelli, più lo splendido Roof Garden sui tetti della città di Favara, vengono esposte opere di tantissimi artisti proveniente da tutto il mondo. La scorsa estate questi spazi erano valorizzati da un evento che prendeva il nome di Countless Cities, una biennale delle città del mondo a cui hanno partecipato urbanisti, architetti, artisti, designer e fotografi ma anche illustratori, grafici internazionali che “con diversi approcci e linguaggi raccontano non solo le città, ma anche le buone pratiche e le idee innovative che contribuiscono a renderle speciali”.
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Farm cultural park –
foto di Lorenzo Notarangelo
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Il Farm si arricchisce ogni giorno organizzando numerosi workshop, laboratori di architettura, mostre e installazioni temporanee, concerti e performance di vario genere. Qui è nata anche la prima scuola di architettura per bambini (SOU) e la scuola di politica per giovani donne rivolta a ragazze dai 13 ai 19 anni (Prime Minister). Ha avuto soprattutto la capacità di estendersi al di fuori dei suoi confini e diramarsi nei vicoli dell’intera città e nei palazzi storici, al punto che oggi è possibile incontrare per le vie del centro turisti e artisti alla ricerca di esposizioni di arte contemporanea.
Farm Cultural Park è ormai una sicurezza per la città di Favara ed è riuscita a conquistare la fiducia dei suoi cittadini che come Fabrizio, il nostro proprietario di casa, dopo anni di lontananza, è tornato nella sua città per aprire un B&B, con la speranza che Favara possa diventare un modello da seguire e, soprattutto, possa essere riconosciuta da tutti come un “luogo”.
---Chiara
(seconda a sinistra, in visita allo spazio NZEMMULA)

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