5 dischi per approcciare alla musica house. Intervista a Germano Bolaffio

Di recente, in occasione di un pranzo distanziato a causa di Laura, ho avuto il piacere di scambiare qualche parola sulla musica house con Germano, che ironizzava sulle dirette da milioni di spettatori di Bob Sinclairl'unico a non aver avuto mai problemi di connessione.

Se di elettronica qualcosina mastico, di house non so praticamente nulla, per cui ho ascoltato con particolare attenzione la sua descrizione del French touch e dell'influenza sul genere.
Mi sono incuriosita e ho pensato di tornare sull'argomento. Germano, con grande disponibilità ci ha concesso una breve intervista.



1. Prima di tutto, qualche parola per spiegare la tua passione, la scelta di studiare al Saint Louis College of Musice e di dedicarti al Djing. C'è stato un disco in particolare che ti ha fatto pensare "Ok. Voglio occuparmi di questo" ?


No, un disco in particolare non c’è stato. Ricordo però di aver pensato “vorrei proprio fare questo” durante una festa di Capodanno, organizzata da mio cugino maggiore nella quale ho incontrato Stefano, che mi ha dato i primi insegnamenti e le prime “dritte”. La cosa che più colpisce di questo lavoro è la possibilità di stare in consolle, apparentemente in disparte, ma di avere allo stesso tempo in mano le redini della serata o della festa. La mia soddisfazione è vedere, tramite la musica che seleziono, gli altri ballare e divertirsi e divertirmi con loro.


2. Con quale album hai scoperto la musica house?


Inizialmente ho imparato con l'electro house e la dance che erano i generi che ascoltava Stefano.
Grazie ad un amico di famiglia, ex Dj, ho ricevuto in regalo una raccolta in due volumi dei Masters at work, duo composto da Little Louie Vega e Kenny “Dope” Gonzales. Questa raccolta mi ha avvicinato alla musica House più classica con influenze Jazz e Funk, più affine ai miei gusti musicali.


3. Quale album ritieni sia imprescindibile?


Ognuno deve avere i suoi dischi imprescindibili, l’importante è che alla base ci sia una cultura musicale varia e uno studio del genere che più ci piace. La cosa fondamentale è, come in tutto, la preparazione e la continua ricerca, specialmente nel campo musicale che è in continua evoluzione.
Per quanto riguarda la Classic House, mi vengono in mente alcuni “must have” come  Frankie Knuckles - Your Love (per molti la prima traccia House in assoluto)  Gipsy Woman - Crystal Waters, French Kiss di Lil Louis, Get get down di Paul Johnson.


4. C'è stata una evoluzione del genere ? Il French touch come si colloca nel panorama?


Leggenda narra che tutto nasca da un’idea di Frankie Knuckles (The God Father of House) e Larry Levan che suonavano al Garage al n.84 di King Street. 
Frankie Knuckles si spostò successivamente a Chicago, al Warehouse, etichettando il genere come House music. 
L’house music può considerarsi un’evoluzione della Disco music, anche se questo cambiamento è avvenuto gradualmente nel tempo fino a quando, all’inizio degli anni ‘80, il genere House cominciò ad essere più definito e gli artisti si identificavano in un loro genere.

Quando l’House si è spinta oltreoceano, arrivando in Europa, a distanza di alcuni anni (intorno all’inizio degli anni ’90) nacque la French House che non è nient’altro che l’House Music fatta da artisti francesi; questo “filone” seppe tener testa fin da subito, a livello di vendite e di qualità musicale, alla produzione americana con artisti famosi in tutto il mondo come la Crew di Africanism (“Love Is The Answer”, Bob Sinclaircon “Bisou Sucré”, Martin Solveigcon “Edony” o “Heartbeat” DJ Gregory con “Tourment d'amour” o “Block Party” ) ed il filone Disco House (Daft Punk, Cassiuse gli Stardust “Music Sounds Better With You”).

La French House, nel contesto europeo, è stata quella che nel corso degli anni ha mantenuto di più la tradizione, con artisti come come D’julz proprietario di “Bass Colture”, Phil Weeks boss di “Robsoul Recordigns” label che continua a sfornare House Music di ottima qualità .


5. Migliore performance a cui hai assistito?


Secondo la mia esperienza, le performance migliori sono quelle in cui il Dj si sente totalmente coinvolto e riesce in questo modo a coinvolgere gli altri, divertendo ma divertendosi allo stesso momento quando sono in pista mi piace vedere i dj che si divertono più di tutti alla festa, questo secondo me spinge inconsciamente le persone ad essere coinvolte. Lavorando come Resident in un club a Roma ho potuto assistere e condividere la consolle insieme a moltissimi artisti, come gli Apollonia, Phil Weeks e i live di Matthew Johnson e The Mole.
Il party di “Crew Love” con i “Soul Clap” al park del forum a Barcellona e stato davvero divertente!
Dj Sneak su una barca per il party di “Carnales”.
Ricardo Villalobos dagli amici del “Savana Potente” a Torino…
Ci sono state diverse occasioni.

Nell'attesa di poter assistere di nuovo ad un dj set, un grazie di cuore a Germano per l'intervista. 

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