Una vita come tante - Hanya Yanagihara
Chi ama leggere e frequenta con passione le librerie, fisiche o virtuali, sa già pressoché tutto di Una vita come tante di Hanya Yanagihara, perché ormai sono mesi che non si parla d'altro: è diventato un vero e proprio long seller.
Io mi ci sono approcciata solo di recente, in vista di un paio di settimane di vacanza su un'isola dove avrei avuto molto tempo da dedicargli.
Sì perché la questione "tempo", per affacciarsi all'opera della Yanagihara, è fondamentale dal momento che si tratta di un vero e proprio mattone, sia in termini di pagine - 1091 - sia per quello necessario all'elaborazione delle parole lette. Diverse volte mi sono ritrovata a dover chiudere il libro e respirare profondamente e a lungo prima di tornare ad immergermi nelle sue pagine.
È stata un'esperienza devastante e a tratti masochistica, ma contemporanteamente ipnotica e totalizzante.
La quarta di copertina dà una panoramica del contesto:
"In una New York fervida e sontuosa vivono quattro ragazzi, ex compagni di college, che da sempre sono stati vicini l’uno all’altro. Si sono trasferiti nella metropoli da una cittadina del New England, e all’inizio sono sostenuti solo dalla loro amicizia e dall’ambizione. Willem, dall’animo gentile, vuole fare l’attore. JB, scaltro e a volte crudele, insegue un accesso al mondo dell’arte. Malcolm è un architetto frustrato in uno studio prestigioso. Jude, avvocato brillante e di enigmatica riservatezza, è il loro centro di gravità.Nei suoi riguardi l’affetto e la solidarietà prendono una piega differente, per lui i ragazzi hanno una cura particolare, una sensibilità speciale e tormentata, perché la sua vita sempre oscilla tra la luce del riscatto e il baratro dell’autodistruzione. Intorno a Jude, al suo passato, alla sua lotta per conquistarsi un futuro, si plasmano campi di forze e tensioni, lealtà e tradimenti, sogni e disperazione. E la sua storia diventa una disamina, magnifica e perturbante, della crudeltà umana e del potere taumaturgico dell’amicizia."
Trattasi, a mio avviso, di una contestualizzazione leggermente all'acqua di rose di quello che sarà poi il succo del libro, però d'altronde non si sarebbe potuto dire molto di più a riguardo senza rovinarne la lettura al futuro lettore.
Per citare l'amabile Tegamini che ha addirittura istituito un gruppo di sostegno per i lettori di Una vita come tante: "sono felice di aver letto questo libro. Non sono certa di poterlo consigliare. Non è un libro che si può consigliare. È come augurare a qualcuno di star male. Ma è un libro che spero possa essere letto e capito come merita, perché è una specie di monumento." Le sue parole sono decisamente le più calzanti per "recensire" l'opera magna di Hanya Yanagihara.
Mi piacerebbe sapere quali sono le vostre impressioni se mai vi affaccerete alla sua lettura: se vi va fatemi sapere i vostri feedback nei commenti.
E ora, prima di una nuova probabile chiusura forzata, affrettatevi ad andare a comprarlo dal vostro rivenditore di fiducia, fate un bel respiro e... via! Spero che potrete amare questo libro tanto quanto l'ho amato io.
Federica Farassini
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