Praga: l'insostenibile leggerezza dell'essere

Questa domenica soleggiata e di semi lockdown sento la nostalgia della sensazione di evasione e ricerca che mi conforta nei viaggi in solitaria. 

Mi chiedo quanto debba aspettare ancora per andare a trovare il mio amico Giulio a Cuba o per arrivare a Bali a fare surf (naaa, non penso che avrò il coraggio di affrontare davvero quelle onde). 

Comunque ho aperto il cassetto dei ricordi e deciso di combattere la frustrazione tirandone fuori qualcuno. Ho ritrovato le foto scattate a Praga dove sono andata nella speranza di trovare una città che somigliasse a Parigi. Volevo capire se quello che mi era stato raccontato era vero: “Praga sembra una piccolissima Parigi dove puoi innamorarti di tutto”. 

Così da Budapest (ma questa è un’altra storia) circa due anni fa sono arrivata a Praga una notte di fine dicembre.


 

Non ho trovato una piccola Parigi.

Ho trovato una città che di francese aveva molto poco, ma dove è vero che ci si può innamorare di tutto.

 

Ho alloggiato all’Hotel Maximilian (Hastalska 14, Prague 11000) nel centro di Stare Mesto, che in ceco significa Città Vecchia, la zona in cui consiglierei di dormire se volete stare vicino ai maggiori punti di interesse. In camera ho trovato un biglietto che mi informava che avrei potuto chiedere di avere in camera un pesce rosso (nel caso avessi sentito la mancanza del mio animale da compagnia). Una proposta curiosa, poi ho pensato al mio William Boston George, un cane bianco e nero un po’ sovrappeso che quando mi vedeva tornare dai viaggi mi abbaiava contro 5 minuti prima di farmi le feste. Il pesce rosso potevano tenerselo. Nonostante ricordi quell’albergo per la colazione migliore mai mangiata, la cosa più bella era l’“angolo dell’onestà”: una sala aperta h24 con frigo bar e spuntini da portar via senza far altro che segnarli su un registro e pagarli alla fine del soggiorno. Se mai aprirò un b&b, sicuramente copierò l’idea.


Uscivo dall’albergo sazia e di buon umore ogni mattina. Praga è troppo piccola per tutti i turisti che vogliono visitarla nel periodo di Natale. Ogni ora, il fiume di persone che la riempie si ferma e volge lo sguardo all’orologio astronomico di Piazza della Città Vecchia. Il monumento medievale che allo scoccare di ogni ora mette in moto le 12 figure che compongono il “Corteo degli Apostoli” a cui segue spesso un lungo applauso. 

 

L’orologio si trova nella piazza principale, la Piazza della Città Vecchia che ha visto tutti i più importanti eventi della citta, dalle incoronazioni alle rivolte. Tra questa resta scolpita nella storia la Rivoluzione di Praga del ’68. Queste numerose vicende si ritrovano nella sovrapposizione degli stili architettonici della parte vecchia della città che ti fanno perdere e sentire sempre alla scoperta di un nuovo momento storico. 

Attraverso i vicoli della Città Vecchia si arriva al famoso Ponte Carlo e alle statue che lo decorano e che collega le due sponde della città, notoriamente divisa dal fiume Moldava. A mio avviso è più bello visto da lontano, magari da un altro ponte o dalla parte della riva del fiume dove vivono centinaia di cigni. La leggenda del ponte Carlo racconta che ogni volta che nasce un bambino sulla vicina Isola di Kampa, le statuesi animano.


Oltre al famoso orologio e al Ponte Carlo, Praga merita di essere visitata per il Castello di Praga, dove chi apprezza Kafka si ritroverà circondato dalle trame dello scrittore ceco. Il Castello, a cui si accede non senza difficoltà, ha infatti qualcosa di angoscioso, straordinario, enigmatico che sposa l’aggettivo kafkiano, coniato proprio dalla letteratura dell’autore diventato sinonimo di assurdo.

Nonostante i meravigliosi 4 giorni trascorsi in Repubblica Ceca, sento che il mio viaggio lì non è completo. Tra le tante cose non sono riuscita a vedere la Casa Danzante progettata da F.O Gerhy e formato da due palazzi che sembrano una coppia di danzatori.

 

Nella speranza di poter coronare il mio sogno di tornare lì e viaggiare verso tante altre mete, mi consolo programmandomi la visione de L'insostenibile leggerezza dell'essere, diretto da Philip Kaufman e tratto dall’omonimo romanzo di Milan Kundera, lo scrittore ceco. Ambientato nell’anno della Primavera di Praga, il film racconta la vita e le vicende degli artisti e degli intellettuali cecoslovacchi durante quel periodo. Non sarà certo come andare a Praga, ma considerato che le sere sono quasi tutte spese tra un libro e un film inizio ad avere l’imbarazzo su quale scegliere!


 

 

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