10 brani 2020 da conservare nel cassetto: rush finale

Il 2020 volge finalmente al termine e irrompono, puntuali, bilanci, buoni propositi e aspettative. Immancabili, poi, le playlist di fine anno. Mi sembra, quindi, il momento giusto per l'ultima serie di brani 2020 da conservare nel cassetto. 

 
1) Per accompagnare l'arrivo del 2021 mi affiderei, in apertura, ad "Hold on" un trascinante brano soul firmato Yola e registrato a Nashville con il supporto di The Highwomen, Sheryl Crow e Jason Isbell. 

2) L'iniezione di spiritualità è seguita da una cover di altissimo spessore:  "There is a war" di Nathaniel Rateliff e Kevin Morby. Forse anche questa volta (vedi, per il precedente, Hallelujah di Buckley) l'originale di Leonard Cohen viene superata.

3) Cambiamo linguaggio e ritmi con "Look over your shoulder" di Busta Rhimes feat. Kendrick Lamar. Vi farò sapere se entro la fine del 2021 riuscirò a cantarla per intero. 

4) Una delle notizie più tristi di questo 2020 è stata la scomparsa di Justin Townes Earle. Era giovanissimo, talentuoso e avevamo ancora bisogno di sentire un "americana" di tale statura. Aveva due figli piccoli e per garantire loro un futuro il nonno, Steve Earle, padre di Justin e istituzione musicale statunitense, ha registrato alcune cover di brani del figlio. Tra queste la piacevole ballata Harlem River Blues

5) Ascoltando in strada "Concorde" viene una irrefrenabile voglia di prendere per la mano il prossimo, chiunque sia (covid permettendo) e mettersi a ballare spensierati. La voce di Porter è perfetta e questo è probabilmente il suo miglior album. 


6) Siamo lontani dai fasti di "We share the same sky" e alla chitarra non c'è più il leggendario Johnny Marr, ma provo una tale nostalgia per le sonorità indie degli anni d'oro, che non posso non consigliare l'ascolto di In the neon night di The Cribs.  


7) L'ingresso di Phoebe Bridgers nel best of 2020 ci ha messo un po' ad arrivare, ma devo ammettere che "Kyoto" alla fine mi è entrata in testa, merito anche di una melodia a metà tra Camera Obscura e Clap Your Hands Say Yeah. 

8) Un pugno nello stomaco, ma anche un tuffo in un mare di ansia, eppure non riesco a smettere di ascoltarla: "I don't belong" di Fontaines D.C. è una perla new wave che sembra uscita a cavallo tra '80 e '90. 

9) Non riesco a ricordare come l'ho scoperto, ma quello che conta è che lo abbia fatto: Waylon Payne mi conferma che del country non mi stanco mai. La presenza di "Dead on a wheel" nella playlist era doverosa.   

10) Vorrei dire che si chiude in bellezza - e, in parte, se si considera che è un brano fresco di nomination al Grammy, è così - ma la scomparsa del suo autore, John Prine, dona ad "I remember everything" un inevitabile alone di malinconia. La causa è stata il covid-19, quindi è in fondo un pezzo emblematico per la chiusura di un anno nefasto. Teniamoci stretti quel poco di bello che ha lasciato, come questo brano, o magari chi ci è accanto mentre lo ascoltiamo.

Cliccate al link per l'intera playlist Spotify "Best of 2020".

Buon anno! 

Martina

Commenti