Audiolibri, figata o rovina culturale?

Che mi piace leggere s'è capito, no?

Ultimamente però sto facendo fatica: sia perché passo circa 10 ore al giorno attaccata al pc e la sera mi bruciano gli occhi, sia perché una volta nel letto riesco a tenerli aperti giusto il tempo di impostare la sveglia sul cellulare.

È così che, dopo mesi di rottura di palle, Bernardo ha regalato a me (e a sé stesso) l'abbonamento a Storytel.

Avevo già avuto modo di sperimentare la prova gratuita più di un anno fa ascoltando una poco entusiasmante lettura di "Quando siete felici fateci caso" di Kurt Vonnegut e delle piacevoli interpretazioni di Michela Murgia e Daria Bignardi dei loro rispettivi "Accabadora" e "Storia della mia ansia".

Ma è stato quando sono arrivata ad ascoltare Luca Marinelli interpretare "Il lamento di Portnoy" di Philip Roth che ho capito la potenza incredibile di questo strumento. Sì, perché il buon Marinelli non solo legge, ma interpreta il testo di Roth proprio come se fosse su un palco davanti alla platea attenta, e riesce a far immaginare perfettamente all'ascoltatore le espressioni del suo volto mentre si esibisce in questo lungo monologo.

Dopo essermene innamorata, mi sono però ritrovata a interrogarmi sulla valenza del mezzo: è "giusto" essere pigra e apprezzare che qualcuno mi racconti la favola della buona notte o dovrei tenere duro e continuare a cercare di non farmi cadere il libro sulla faccia non appena lo apro una volta entrata a letto? Beh diciamo che l'interrogazione si è presto conclusa: con un grande "Sticazzi".

La potenza di questo medium infatti è proprio quella di darti modo di "leggere" mentre prepari il pranzo, ti fai la doccia o porti a spasso il cane.


Altra cosa molto apprezzabile dal mio punto di vista è che alcune delle voci scelte per narrare sono quelle di splendidi doppiatori e attori e a cui siamo ancestralmente affezionati. Ad esempio il sempiterno Francesco Pannofino o la brillante Paola Cortellesi, piuttosto che Claudio Bisio (che legge Daniel Pennac, trascinandomi in stati di estasi ancora non sperimentati) o Zerocalcare che con Neri Marcoré e Caterina Guzzanti leggono "A Babbo Morto. Una storia di Natale" una dark novel comedy che il mélange di voci rende pressoché visualizzabile, nonostante i disegni di Calcare (ovviamente) non si vedano.
Questo solo per citarne alcuni.

Il mio sogno è quello di sentire Filippo Timi che con la sua splendida e profonda voce mi legge uno dei classici russi: magari è la volta buona che riesco a farmi piacere "Delitto e Castigo".

Federica Farassini

P.S.: se adesso Storytel volesse regalarmi l'abbonamento a vita non mi offenderei.

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